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Redevelopment of the San Benedetto market in Cagliari

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Competition for a walkway bridge in Ventimiglia

Location:

Cagliari, Italia

Year:

2021

Client:

Municipality of Cagliari

Budget:

21.046.149 €

Contract:

Competition

Project Team:

Manens, Citec Italia, Nicola Dessi, Tito Magliocchetti, Paolo Mossone, Pierpaolo Pili

Info:

6.000 mq

Il progetto di riqualificazione del Mercato di San Benedetto dovrà essere il motore di una crescita sostenibile dell’intera comunità che lo frequenta: al fine di governare gli sviluppi di questa trasformazione, la regia pubblica necessita di un progetto forte ed efficace da un punto di vista sia funzionale che comunicativo. Lo scenario del gruppo di progettazione vuole trasformare il mercato in un vero e proprio polo economico-culturale multifunzionale dedicato al cibo e alla sua filiera produttiva. Prevediamo nuovi spazi per attività di ristorazione, di divulgazione sul cibo e di co-working per startup del settore agroalimentare, che si occuperanno di nuovi sistemi di produzione, commercializzazione e distribuzione dei prodotti tipici sardi. L’idea di progetto è sintetizzata nel render. A coronamento dell’edificio, vogliamo sovrapporre una sorta di “green layer”, un grande giardino sospeso, un “tappeto verde“ che contiene nella forma e nel significato molteplici scopi: tecnici, funzionali e di comunicazione sociale. Ipotizziamo una collaborazione tra Mercato di San Benedetto e Università per aprire nuovi canali di ricerca associati ai problemi ambientali e di governo dei processi produttivi, al fine di innescare una vera ibridazione tra ricerca, agricoltura, pesca, imprese e pubbliche istituzioni. San Benedetto potrà diventare un importante centro di interesse per i tour guidati e si potranno sviluppare laboratori di educazione alimentare e ambientale per le scuole, realizzando piccole aree ludiche ricreative per i bimbi, con l’idea che la conoscenza delle proprie radici culturali si possa apprendere anche attraverso la conoscenza del cibo e dei rapporti tra produzione e ambiente. Porre una struttura simile nel cuore della città, in un luogo che non ha bisogno di nessuna presentazione perché è da sempre “centro” e riferimento, può significare una scelta di indirizzo univoca ed innovativa. Vuol dire mettere al centro i propri cittadini e dichiarare esplicitamente che uno degli assi centrali della politica di sviluppo ruoterà intorno al cibo. Un concetto simile è stato attuato nei più importanti mercati europei, a partire da quelli di Barcellona. L’obiettivo più semplice ed immediato è quello di garantire una superficie da destinare alle nuove funzioni sopra descritte e contemporaneamente di dare un’immagine completamente nuova all’edificio, senza stravolgerne la natura. Il risultato vuole essere iconico, ma non privo di quella concretezza che da sempre è il nostro segno distintivo. In effetti, la lettura dell’edificio non può essere disgiunta da quella del contesto in cui è inserito, fortemente caratterizzato dalla presenza degli edifici residenziali che lo circondano e sovrastano. Il posizionamento del giardino sul tetto riequilibra il rapporto con i fronti edificati circostanti, mentre l’edificio intero realizza un’idea di “piazza pubblica coperta”, una agorà su più livelli con percorsi che si estendono fino al giardino pensile. La realizzazione del giardino permette l’inserimento di 800 mq di pannelli solari mimetizzati nel verde, mentre il piano sotto il giardino garantisce la disposizione di circa 800 mq di locali tecnici. Questi ultimi sono divisi in vari blocchi e lo spazio che si articola fra loro può accogliere i locali pubblici (bar, ristoranti, degustazione, scuole di cucina, ecc.) di servizio al programma. I pannelli solari rientrano nel disegno complessivo del giardino come tasselli di un grande quadro astratto che contiene ogni elemento in un’immagine unitaria: patii di collegamento con il piano inferiore, lucernari, pannelli solari, griglie di aerazione, ascensori e i volumi degli ulteriori locali pubblici.

Il concetto strutturale
Il concetto strutturale ha una relazione diretta con l’idea generale di progetto e con l’architettura. Le strutture orizzontali sono realizzate con solai in c.a. a cassettoni di dimensioni 3,5 x 3,5 m, posati su isolatori sismici da ponte, di grande semplicità formale, efficienza materiale e alta tecnologia. La struttura portante verticale dell’edificio è costituita da solo dodici grandi pilastri: due dei quali sostengono a ovest (via Baccaredda) l’estensione del giardino a copertura dello spazio pubblico esterno. Il numero limitato di pilastri garantisce la massima flessibilità interna nella divisione delle funzioni, a partire dalla realizzazione del parcheggio interrato fino alla collocazione delle attività mercatali soprastanti, passando per la nuova distribuzione verticale. Le superfici verranno realizzate con TX Active®, un principio fotocatalitico per prodotti cementizi in grado di decomporre gli agenti inquinanti presenti nell’aria. La realizzazione delle sottofondazioni di consolidamento delle attuali murature portanti, necessaria per la realizzazione del parcheggio interrato verrà eseguita con il sistema Top-Down, in una logica di massima efficienza di cantiere e quindi di economicità della costruzione.

La distribuzione verticale
Senza modificare il posizionamento merceologico dei settori principali, mantenendo quindi i banchi del pesce al piano terra e carne e verdura al piano primo, ipotizziamo una nuova distribuzione interna. Si intende realizzare un percorso est-ovest che metta in connessione il nuovo spazio pubblico coperto su via Baccaredda alla piazza alberata su via Pacinotti. Al centro e sulle estremità dell’edificio è utile mantenere un sistema di distribuzione verticale con ascensori e scale di sicurezza antincendio direttamente connesse al sistema esistente di ingresso ed uscita, per non stravolgere gli equilibri relazionali odierni tra facciata e percorsi interni. Le celle frigorifere saranno ridistribuite singolarmente per ogni utente. Lo spazio liberato dalle celle al piano terra permetterà la realizzazione del percorso principale di salita dal piano inferiore fino al livello del tetto, gestito con dinamicità attraverso scale mobili, scale e ascensori. Doppie altezze tra i piani faciliteranno le connessioni visive e il rapporto con la luce naturale, proveniente dai lucernari e portata fino al piano più basso.

Viabilità, mobilità, logistica e connessioni urbane
Il sistema di relazioni esterne all’edificio deve essere completamente riesaminato a partire dalla realizzazione del parcheggio interrato: è l’occasione per delineare nuovi rapporti tra gli edifici e la strada. Lo spazio esterno, riorganizzato e riqualificato, sarà liberato totalmente dalla sosta e reso pedonale. La domanda di sosta sarà intercettata da un parcheggio interrato con un totale di circa 360 posti. Una minima sosta residua su strada, di breve durata, sarà mantenuta per carico/scarico (con precisa regolamentazione di orari consentiti). In generale, tutta la viabilità circostante, compresa Via Bacaredda, sarà moderata riqualificando lo spazio pubblico fino a bordo edifici e allargando i marciapiedi. Chi transita deve “comprendere” di trovarsi in un’area riqualificata, dove lo spazio restituito a cittadini e turisti sarà fruibile, piacevole, vivo, ma ordinato. Si potrà realizzare un’area rialzata con materiali di maggior pregio rispetto all’asfalto (ma facilmente mantenibili). Verde e qualità saranno denominatori comuni: installazioni artistiche e arredo urbano saranno inclusivi e “coinvolgenti” (collaboreremo con l’artista sardo famoso a livello internazionale, Giuseppe Carta, maestro della Luce e dei grandi Frutti della Terra). Si intende sfruttare la pendenza naturale del terreno (da via Bacaredda a scendere verso via Pacinotti) per riallocare l’area ad uso logistico nel settore ovest. In questo modo le rampe di accesso collocate parallelamente a Via Ortu e via Tiziano sarebbero più corte. Per quanto riguarda la multimodalità dei trasporti, l’area dovrà essere raggiungibile efficacemente con tutti i mezzi e l’offerta multimodale sarà coerente con il PUMS di Cagliari: è prevista una fermata TPL in via Bacaredda, riqualificata, potenziata, integrata e collocata sotto la copertura verde. Ci saranno percorsi pedonali diffusi sull’intera area con attenzione a visibilità, qualità nei materiali, eliminazione delle barriere architettoniche, messa in sicurezza degli attraversamenti pedonali, verde ombreggiante; verranno realizzate infrastrutture per la mobilità ciclabile (asse lungo via Bacaredda già previsto all’interno del PUMS) con stalli sosta bici e colonnine di ricarica per mezzi elettrici; verrà inoltre realizzata la postazione di Car sharing già prevista dal PUMS.

Sostenibilità e impianti
Gli impianti del nuovo mercato garantiranno altissime prestazioni di eco-sostenibilità e la realizzazione del parcheggio permetterà il reperimento di grandi superfici ad uso impiantistico generale anche negli interrati. Durante la progettazione verranno considerate le alternative progettuali con utilizzo di metodologie Life CycleAssessment e Life CycleCosting, valutando l’intero ciclo di vita dell’edificio: questo permetterà di avere dei criteri di misurazione più oggettivi per le scelte. Si terranno ovviamente in considerazione le richieste del DM 24 dicembre 2014 in merito ai CAM – Criteri Ambientali Minimi – da rispettare, tuttavia proponiamo di sfruttare la sinergia con i CAM per perseguire la certificazione di sostenibilità secondo il protocollo internazionale LEED©BD&C per attività tipo Core&Shell. Analogamente proponiamo di applicare anche il protocollo LEED© Zero, che incoraggia un approccio olistico per valorizzare edifici che operano annullando le emissioni di carbonio, tenendo in considerazione i consumi energetici, di acqua potabile e la generazione e il trattamento dei rifiuti. Si vuole sfruttare la fonte energetica principale, il sole, valutando la possibilità di applicare diverse tecnologie.Energia elettrica dal sole – campo fotovoltaico integrato con la copertura per la produzione di energia elettrica integrato con sistemi di accumulo dell’energia. Solar cooling – sistema che sfrutta l’energia solare termica per la produzione di acqua fredda per il condizionamento, basato su tecnologia ad assorbimento. Solar dessiccant cooling – sistemi di trattamento aria con doppia ruota di recupero calore, che sfrutta energia solare termica per deumidificare e pre-raffrescare l’aria in ingresso, con notevole risparmio energetico. Tubi solari e tecnologie per utilizzo della luce solare per ridurre i consumi elettrici per illuminazione e per garantire una qualità di luce più confortevole. L’acqua in ingresso sarà trattata con filtrazione, osmosi e addolcimento e si valuteranno sistemi di riduzione del consumo di acqua potabile con recupero dell’acqua piovana in vasche interrate, stoccaggio e trattamento per riutilizzo; recupero e trattamento delle acque grigie di scarico per tutti gli utilizzi non potabili (scarichi WC, irrigazione, pulizie); utilizzo di rubinetterie e cassette a basso consumo. Si valuterà la possibilità di trattare i reflui innanzitutto con sistemi di degrassazione, e poi con sistemi di fitodepurazione in sito. Si propone di prevedere filtrazione dell’aria in ingresso e in uscita per abbattere odori e contenuti batterici e si utilizzeranno lampade UVA nelle unità di trattamento aria e in ambiente per sterilizzare e sanificare l’aria e i locali durante il periodo notturno, sfruttando anche la ventilazione naturale e/o forzata per il ricambio dell’aria. Proponiamo l’utilizzo di tecnologie “carbon-free”, senza combustione in loco e quindi senza emissione di scarichi inquinanti, basate sull’utilizzo del sistema di distribuzione ad anello liquido e delle pompe di calore. Questo consente di sfruttare le compensazioni di richieste contemporanee di riscaldamento e raffrescamento, e di integrare anche i fabbisogni degli impianti a servizio delle celle frigorifere. L’illuminazione sarà dimmerabile a LED, sia in interno che in esterno, con sistemi di gestione luci integrati con la climatizzazione, le schermature solari e le altre tecnologie di captazione dell’energia solare. I sistemi BMS/EMS di gestione e controllo dell’edificio, il cablaggio strutturato, la presenza diffusa di connessione Wi-fi, l’uso di dispositivi predisposti per l’IOT, permetteranno di considerare l’edificio “Smart”. Saranno disponibili i cruscotti di gestione in tempo reale con previsioni dei consumi energetici e di acqua, e verifica rispetto ai benchmark preimpostati. Si prevede l’utilizzo di materiali fonoassorbenti (come il sughero) per abbattere i riverberi acustici all’interno e schermature per ridurre l’emissione di rumori all’esterno.

Cantiere e mercato temporaneo
Per quanto riguarda la logistica di cantiere e la realizzazione dello spostamento del mercato durante questa fase, l’esperienza ci insegna che gli approcci possono essere molteplici e che debba essere valutata con estrema attenzione ogni tipo di soluzione. In questa fase va detto che solo un attento lavoro di comunicazione unito ad un altrettanto cosciente lavoro di progettazione possono riuscire a risolvere una questione così delicata. La redazione del documento di fattibilità delle alternative progettuali non può prescindere da una fase di ascolto delle parti sociali coinvolte per presentarsi con una linea progettuale chiara, rigorosa e forte. Evidentemente, deve essere concordata una strategia con l’amministrazione e quindi, il direttore d’orchestra, in questo caso l’architetto, deve trovare l’armonia tra le parti. È quello che abbiamo già fatto a Sanremo con il Mercato Annonario. Per ora, le alternative ipotizzate, vanno da una localizzazione delle aree temporanee non lontano dall’attuale area mercatale, per favorire gli utenti più anziani o non squilibrare troppo gli usuali rapporti tra domanda e offerta, fino al reperimento di aree come, per esempio, quella della fiera, già ampiamente infrastrutturate e non così distanti da San Benedetto. Ogni soluzione valutata ha pregi e difetti, e potrà essere scelta mediante l’applicazione di strumenti come l’analisi costi-benefici. Le prime interviste fatte agli operatori del mercato hanno fatto capire che da parte loro nulla osta ad un eventuale trasferimento temporaneo nell’area fieristica, se questo possa comportare una riduzione delle tempistiche di cantiere e naturalmente attraverso il dialogo con il gestore dell’area e l’amministrazione comunale. È altrettanto vero che alcune zone poste nelle immediate vicinanze potrebbero potenzialmente offrire altre soluzioni, sebbene anch’esse con criticità di vario tipo, non ultima quella dei rifiuti, dei liquidi e dell’allestimento temporaneo, restando nel budget a disposizione